“Nelle terre estreme” di Jon Krakauer, libro per veri viaggiatori

“Nelle terre estreme” di Jon Krakauer, libro per veri viaggiatori

“Nelle terre estreme” di Jon Krakauer, libro per veri viaggiatori

I veri viaggiatori non possono esimersi dall’aver letto “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer o, perlomeno, dall’aver visto almeno una volta l’adattamento cinematografico “Into the Wild – Nelle terre selvagge” di Sean Penn.

“Nelle terre estreme” è un libro edito da Corbaccio che documenta l’avventurosa storia vera di Christopher “Chris” McCandless, che, più che un viaggiatore, è stato il più esemplare "ricercatore di libertà" degli ultimi vent'anni.

Nel 1990 Chris McCandless, un ragazzo di 24 anni, benestante, brillante e intelligente, termina gli studi al college, abbandona tutto quello che ha e dona tutti i soldi risparmiati in beneficienza. Dopo un periodo intenso di viaggi in giro per gli Stati Uniti, soprattutto nel sud-ovest del Paese, decide di abbandonare definitivamente la civiltà per vivere nella natura più selvaggia. Quale posto migliore dell’Alaska per ritrovare quello stretto contatto con la natura che l’uomo contemporaneo sembra aver deciso di accantonare per sempre? Nel 1992 si incammina verso gli infiniti spazi deserti dell’Alaska, senza cibo ed equipaggiamenti adatti all’inospitalità del luogo e senza preparazione alcuna alle condizioni estreme che lo attendono una volta arrivato (difficoltà di trovare cibo, clima rigido, solitudine su tutto).

 

---- SPOILER DA QUI IN AVANTI ----

 

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Quella di Chris McCandless non è una storia a lieto fine. Chris è riuscito a resistere soltanto 4 mesi, dopodiché è morto. Un cacciatore lo ha ritrovato a nord del Monte McKinley, in Alaska, all’interno di un autobus abbandonato che era diventato la sua casa. Al suo fianco, un diario personale con delle citazioni sul viaggio intrapreso, frasi grazie alle quali Jon Krakauer è riuscito a ricostruire i suoi ultimi mesi di vita.

Jon Krakauer non è solo un giornalista e scrittore ma anche e soprattutto un alpinista e cultore della montagna. Nel libro riesce a giudicare gli avvenimenti con l’occhio dell’esperto in materia. Rimase talmente impressionato dal ritrovamento del cadavere di Chris, dalla cronaca della sua storia e dalle motivazioni che lo avevano spinto a quell’estrema decisione, che decise di ricostruire per filo e per segno quello che era gli accaduto, con il sostegno della famiglia McCandless. Il suo intento era quello di capire fino in fondo le scelte prese dal ragazzo, oltre che comprendere in cosa abbia fatalmente sbagliato. Il libro è un misto fra un documentario, un romanzo e un reportage di viaggio. Ci ha messo tre anni a scriverlo, fra ricerche, interviste strazianti e stesura finale dei testi.

Questo libro è “pericoloso” per i veri viaggiatori. Jon Krakauer scrive in una maniera tale che si comprende provi empatia nei confronti di Chris e della sua storia drammatica. E i lettori o i viaggiatori attenti e sensibili agli argomenti trattati percepiscono bene questo sentimento. I veri viaggiatori amano “Nelle terre estreme” o, più in generale, la storia di Chris perché sentono essi stessi dentro di sé:

-          una smania di immensità che solo la natura può fornire;

-          la brama di immergersi completamente in una terra selvaggia, mai toccata dalla mano dell’uomo;

-          quella marcata misantropia che coglie quando il futuro si fa incerto;

-          la voglia irresistibile di rischiare la vita gettandosi in un’impresa più grande di sé;

-          quel celato coraggio che si vuole a ogni costo dimostrare a se stessi;

-          l’aspirazione a voler vivere fuori dagli schemi e al diavolo la società;

-          il capriccio di voler rivelare a ogni costo il lato umano più primitivo e arcaico, che ormai nell’essere moderno sembra recondito e assopito;

-          quel particolare desiderio di emarginazione e isolamento per provare a se stessi che soli si è più che sufficienti.

 

Commento personale su "Nelle terre estreme"

Purtroppo il libro risulta bello soprattutto per la storia di Chris. Nel testo, infatti, l’autore inserisce anche esperienze personali che c’entrano solo limitatamente o per nulla con ciò che è accaduto a questo “ragazzo estremo”. Si capisce che l’argomento lo abbia interessato parecchio ma a tratti esagera. In breve, si vede che non l'ha scritto un romanziere.

Inoltre, cerca un po’ troppo di giustificare le scelte di Chris. Se da una parte le sue motivazioni meritano rispetto e ammirazione, dall’altra emerge che Chris McCandless si è davvero comportato da sprovveduto e avventato, nonostante Jon Krakauer cerchi in tutto il libro di difenderlo. Quello che forse più disturba nella storia di Chris è il comportamento egoista nei confronti di chi gli voleva bene.

Tuttavia, ponendo queste analisi a un livello più profondo, è anche vero che spesso sono proprio i nostri affetti, e non solo le cose materiali, a metterci le catene, anche inconsapevolmente, togliendoci la completa libertà di vivere ed esistere indipendentemente da quello che viene imposto dalla società.

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Frasi e citazioni dal libro

"Ti sbagli se credi che la gioia derivi soltanto o principalmente dalle relazioni umane. Il Signore l'ha disposta intorno a noi e in tutto ciò che possiamo sperimentare. Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale. (...) ...comincerai a goderti il grande lavoro che il Signore ha compiuto nell'Ovest americano."

Chris McCandless

Felicità è vera soltanto se condivisa.

(Frase annotata sul libro Il dottor Zivago)

"Una delle ultime cose che Chris McCandless fece in vita fu quella di scattarsi una foto accanto all'autobus sotto la volta celeste del cielo d'Alaska. Con una mano rivolge il biglietto d'addio all'obiettivo e con l'altra porge un saluto sereno e coraggioso al mondo. (...) Chris sorride, e il suo sguardo è inequivocabile: McCandless era in pace, beato come un monaco che va dal Signore."

Jon Krakauer

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