Diario di viaggio Ovest USA e Canada | Seattle e on the road nell'Idaho

Diario di viaggio Ovest USA e Canada | Seattle e on the road nell'Idaho

Diario di viaggio Ovest USA e Canada | Seattle e on the road nell'Idaho

Giorno 1

Giornata divisa in 2. Per metà visita a Seattle, per l’altra metà on the road verso l’IDAHO, attraverso lo Stato di WASHINGTON. Mi sveglio che c’è uno uguale a Snoop Dogg nell’area svapo dell’ostello che alle 8 di mattina fuma un bong in solitaria e gioca al trading online...ah sì, la marijuana è legale qui, la finanza dappertutto.

Seattle bella, anche se non sono riuscita a vedere un paio di perle che avrei apprezzato.

Le cose che ho amato di più sono il Pike Market, il mercato pubblico dove una tipa mi ha venduto una marmellata piccante che in realtà non volevo. Ma quando mi parli di prodotti del territorio, di biologico e quant’altro non posso farci niente..sì perché al Pike Market tutti i prodotti sono organici e locali, dai fiori alla frutta, dal sidro al mais e così via. Stupiscono anche i banchi del pesce con ogni ben di Dio, per gli amanti del genere.

Appena fuori dal mercato c’è il primo Starbucks della storia, sorto nel 1971. Non posso non prenderci un caffè. La commessa si esalta quando scopre che sono italiana, perché hanno appena aperto il primo Starbucks a Milano. “Tutti i giorni caffè da Starbucks!” mi dice esosa. Si zia mi faccio un’ora di treno e macchina tutti i giorni per un caffè annacquato, credici.

Lasciati i profumi “stimola-fame-del-porco” del mercato mi dirigo verso il pezzo forte di Seattle: lo Space Needle, il simbolo della città. Spettacolare. Ma non finisce lì. A sorpresa scopro il Chilihuli Garden proprio ai piedi dell’ago spaziale. È una mostra permanente di un artista locale che crea le sue opere d’arte col vetro. Ispirandosi alla natura, crea queste sculture che spesso vengono integrate in giardini veri, divenendo un tutt’uno con la vegetazione. Mi intrippo su come spesso l’uomo riesca ad eguagliare la bravura di madre natura. È arte.

Scappo perché è tardi, visito Fremont, il quartiere pittoresco di Seattle, con sculture sparse qua e là per le strade: il centro dell’universo, un razzo, Lenin e un troll...

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Arrivo in Idaho per l’ora di cena, in un’hamburgeria di una cittadina dove presumo tutti si conoscano... mi guardano male. Non so. Certo non sono un fiore di Pike Market dopo sta giornata..o non hanno mai visto un’italiana? Sembra comunque gente più sfigata di quella vista a Seattle... e sono tutto grassi. Vabbè comunque la strada che mi ha portato qui, seppur lunga, circa 500 km, mi ha regalato degli scorci niente male... è il solito ma mai banale paesaggio infinito degli Stati Uniti che io amo, che sia foresta, campagna o prateria. E quel cielo immenso! Adoro. Inimitabile.

Ultima cosa da appuntare sono i volontari lungo l’autostrada che offrono caffè e acqua in bottiglia a macca. In USA c’è un parco per ogni montagna, lago o canyon che la natura ha realizzato. Fanno bene. Perché in Italia non...?? Vabbè non pensiamo all’Italia per un po’!

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