Monument Valley: nella terra dei Navajo, fra indiani e cowboy (giorno 8)
Monument Valley: nella terra dei Navajo, fra indiani e cowboy (giorno 8)
Prima di lasciare definitivamente l'Arizona, attraverso le prime terre dei Navajo e mi addentro un po' nel loro mondo, visitando Betatakin, ossia la "casa sulla roccia sporgente", una città indiana incastonata in un'enorme nicchia di pietra in arenaria. Fu costruita nel XIII secolo dagli Anasazi, ovvero "gli Antichi". Vi restarono solo 33 anni perché gli dei avevano detto loro di levarsi da quel posto. Il canyon, la foresta circostante e gli animali permettevano loro di vivere veramente bene, raggiungendo un giusto equilibrio tra uomo e natura. Questa era la loro religione. La loro esistenza dipendeva da quello che Madre Natura decideva di fare, tramite i suoi due più fedeli servitori: terra e acqua.
(Nel sito poi ci sono anche delle vere impronte di dinosauro su una roccia!)
Questo è quello che più mi affascina degli Indiani, degli Aborigeni, dei Nativi... Non hanno bisogno di costruire grandi opere, come piramidi, obelischi, chiese, moschee, templi, ecc.
La loro venerazione è verso quella montagna che sta là da milioni di anni, verso quella roccia che assomiglia a qualcosa di leggendario, verso un meandro atipico di un fiume, oppure verso una foresta dagli alberi secolari. Pura e semplice magia.
Questo tipo di incanto è quello che ho trovato nella favolosa Monument Valley, entrando così nello Utah, che mi ha rubato un'ora di fuso orario. Lo dice anche il nome stesso: quelli lì sono i loro monumenti. L'architetto è la natura, l'artista è la magia, la storia è pura fantasia.
Mentre mi scotto, sudo e faccio una fatica assurda per arrampicarmi su quei canyon, mi viene da pensare che questa è anche la terra dove sono scorsi fiumi di sangue. Ebbene, nessuno sembra volerlo ricordare. Fanno tutti finta di niente. Preferiscono commemorare due che in quelle terre hanno bazzicato parecchio e che hanno contribuito affinché tutti potessimo conoscere questi posti meravigliosi, anche senza averli mai visitati: John Ford e John Wayne.
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